Arrendersi: MAI
Ci stiamo accorgendo di uno scoraggiamento da molti dei nostri amici e sostenitori.
Firmano la petizione (e di questo gliene siamo grati) ma aggiungono commenti di resa, di essere sconfitti in partenza, di essere poca cosa davanti ad un enorme esercito ben armato.
Be, purtroppo è tutto vero, ma solo una cosa è sbagliata, noi non siamo poca cosa.
E poi comunque non si può restare indifferenti a quello che succede, stiamo parlando di bambini di 10 anni schiavizzati e costretti a fare cose inimmaginabili, di una violenza disumana, che spesso va oltre il rapporto sessuale.
Noi non possiamo e tantomeno vogliamo, mostrare foto e video, certe immagini vanno eliminate immediatamente, e noi ci stiamo chiedendo se quel poco che facciamo sia o meno efficace, ma se non lo facciamo noi chi lo fa?
La situazione cambogiana meriterebbe intere prime serate e invece le dedicano a quante ragazze si sia scopato Berlusconi.
Quello che dobbiamo fare è unirci, anche tra gli altri blog che si dedicano alla protezione dei bambini, dobbiamo raccogliere 5.000 firme, questo sarebbe il primo sassolino che gli tiriamo contro, però magari gli finisce nella scarpa e gli fa male quando cammina.
Queste piccole creature di Dio, hanno avuto la grande sfortuna di nascere nelle famiglie più povere di Phnom Penh o altre grandi città, dove povertà significa la fame, anche nelle campagne le grandi industrie lavorano tutta la terra, chi lavora x queste compagnie, che sono quasi tutte francesi (lingua ufficiale) o statunitensi, riesce appena a sopravvivere, gli altri sono sempre più poveri.
Ed è proprio x questa estrema povertà che si vendono i bambini.
Certo, per quanto sia difficile comprendere come possa un genitore vendere un figlio per sfamare gli altri, noi è argomento di adesso, tant'è che ciò succede e questi bambini si trovano ad essere schiavizzati.
Come già spiegato negli articoli precedenti, il sistema è questo: la mafia offre un orestito al capofamiglia, assicurandolo che a breve avrà un lavoro che gli garantirà di far sopravvivere i suoi cari e di estinguere il prestito con tempi molto lunghi senza nuocere al fabbisogno famigliare.
Lui accetta di buon grado, ritenendo queste persone null'altro che buon samaritani, prende il prestito e aspetta la chiamata per iniziare a lavorare.
Dopo alcuni giorni si presentano altre persone, con un atteggiamento completamente differente, dicono che non esiste nessun lavoro, che le persone che erano venute prima non contano niente, ma soprattutto pretendono i soldi che nel frattempo non ci sono più, serviti x comprare viveri.
Il capofamiglia viene messo prepotentemente alle strette, o trova i soldi o vende uno dei suoi bambini, scelto da loro chiaramente.
Ecco come queste innocenti piccole anime si trovano coinvolte nel peggiore degli incubi.
Quel poco che noi facciamo è una goccia nell'oceano, ma è la strada giusta, quella dell'unione.
Non parlare di queste cose è proprio il modo x non lasciare che la gente si unisca, si coalizzi, perché il modo è questo, una viva, immensa protesta.
Cercheremo di coinvolgere altri blog impegnati nella nostra stessa lotta, Massimiliano Frassi su tutti, sempre pronto a sponsorizzare ogni nostra iniziativa, con le 5.000 firme faremo sentire la nostra voce.
Faremo capire che non siamo intenzionati solo a parlare, a dimostrare tutto il nostro disprezzo per i pedofili.
Restiamo disponibili a linkare chiunque voglia partecipare, siamo per i motto “IL NEMICO DEL MIO NEMICO E’ MIO AMICO.
Ognuno di noi faccia la sua parte, combattiamoli, fermiamoli, salviamo quelle povere anime innocenti, pensiamo che un giorno potranno sorridere, magari noi non lo vedremo quel ,ma è tutto dedicato a noi.
linkiamoci su ognuno dei nostri blog, su facebook, messenger, twitter,, pagine web, uniamoci e combattiamo insieme x questa petizione, ognuno che linkerà il mio logo sarà linkato sul mio.
X linkarmi copiare questo codice: <a href="http://zeronesto.blogspot.it/" target="_blank"><img src="http://i566.photobucket.com/albums/ss103/lupoparlante/bottoni/nst.gif" border="0" alt="difendiamo i bambini"></a>