Il pulsante antipedofilia in facebook
Il pulsante di allarme pedofilia su facebook, in Gran Bretagna è una realtà e le segnalazioni di presunti pedofili e comportamenti sospetti nei confronti dei minori sono aumentate di ben sette volte dopo l'installazione di questa applicazione.
Viene istallato in luglio, dopo lunghi dibattimenti tra favorevoli e contrari, si chiama: "panic button" nato con lo scopo di proteggere gli adolescenti dai molestatori, questa applicazione consiste in un avviso automatico che appare sulle home page e invita a segnalare eventuali abusi al profilo.
L’iniziativa è nata grazie alla collaborazione tra il social network di Mark Zuckerberg e il Child Explotation and Online Protection Centre. La decisione di creare un sistema per la tutela dei minori dagli abusi dei pedofili è nata dopo che lo stupratore seriale Peter Chapman ha violentato e ucciso una 17enne conosciuta proprio su Facebook, fingendosi un coetaneo.
E' sicuramente un tentativo concreto di affrontare un problema ormai riconosciuto, l'uso del famoso social network x adescare bambini è una pratica molto diffusa tra i pedofili, sistema che usano anche x comunicare tra di loro e scambiarsi consigli e metodi x migliorarsi ed aumentare le tristi conquiste, indisturbati, protetti da una legge sulla privacy che finora gli è stata molto utile x restare anonimi.
La pedofilia online si è ramificata nella rete da molto tempo, ma i grandi contenitori d'informazione non hanno mai comunicato la grandezza del problema, solo negli ultimi tempi e dopo l'ennesima statistica che indicava l'elevato numero degli adescamenti tramite i social network hanno dedicato servizi giornalistici al riguardo, mentre i blog tematici, come il nostro, gridavano da tempo l'esistenza di questo fenomeno e la necessità di prendere seri provvedimenti, incrementando la severità ed il rinnovo delle leggi, adeguandole alla sua grandezza.
Questa del pulsante antipedofilia, è un'ottima iniziativa, in Inghilterra ha già dato buoni risultati, la decisione di aggiungere in homepage il "panic-button" è stata presa dopo l’assassinio di una teenager, Ashleigh Hall, ragazza di 17 anni uccisa da uno “stupratore seriale”, Peter Chapman, 33 anni già condannato altre volte e incontrato proprio sul popolare sito di social networking di Mark Zuckerberger, purtroppo questo caso specifico dimostra l'incapacità di fermare i pedofili che navigano nella rete a caccia di adolescenti, il pedofilo Peter Chapman, era già stato condannato più volte x questo tipo di reato, ma oltre ad essere ancora libero di nuocere, nonostante fosse sottoposto a controllo continuo dei suoi spostamenti perché iscritto nel registro dei molestatori sessuali, era del tutto scomparso dal “radar” delle autorità da almeno 9 mesi, mentre lui si costruiva un profilo in facebook del tutto fittizio, riusciva ad adescare la giovane vittima, la rapiva, la violentava ripetutamente e infine la uccideva, gettandone il corpo in un canale, se la legge fosse stata più severa e più presente, Ashleigh Hall, 17 anni, sarebbe ancora viva.
Child Exploitation and Online Protection Centre (Ceop), Jim Gamble è l'amministratore delegato di questa associazione a cui fa riferimento il pulsante anti-panico, promotore di iniziative quasi mai prese in seria considerazione, anche in questo caso, l'applicazione contro la pedofilia non è stata accettata oltre la Gran Bretagna, le spiegazioni di tale decisione non sono chiare, ma la realtà è che il pulsante non è stato istallato.
In Italia esiste an'associazione simile a quella del Ceop, è l'associazione Meter di Don Fortunato Di Noto, qualche settimana fa Meter, ha fornito una raccapricciate “classifica” con i dati relativi alla presenza di siti pedo-pornografici su internet, in maggioranza dislocati in Russia e negli Stati Uniti ed ha messo in guardia sull’intrusione di questo terribile fenomeno anche su Facebook. La Polizia Postale di Catania ha aperto, proprio in base alle segnalazioni di Meter, 340 fascicoli che contengono ben 2.850 siti pedo-pornografici segnalati.
In particolare, la triste graduatoria della pedo-pornografia in rete è così distribuita.
Negli Usa troviamo il 29% di questi, in Russia il 27%, in Olanda il 6%, in Inghilterra il 5%, in Cina il 4%.
Seguono poi Germania e Polonia col 3%.
Italia, Spagna, Francia, Belgio, Austria, Svezia, Liechtenstein, Giappone, Corea del Sud, Turchia hanno, fortunatamente, una presenza pari solo al 2%. Chiudono, infine Israele, Svizzera, Iran, Iraq con l’1%. Secondo Meter, risultano diminuiti i siti italiani anche perché, sempre più spesso, i gestori dei siti pedofili si rivolgono all’estero per evitare di essere scoperti.
Continua, invece, anche in Italia l’utilizzo del file sharing per la diffusione e lo scambio di file pedo-pornografici se è vero che il 60% delle indagini della Polizia postale italiana interessano proprio questo settore.
“Approfittando di questi sistemi di rete - si legge nel rapporto – i pedofili si legano tra loro con divulgazione di video, foto, link e notizie di riferimento, scambiandosi collezioni private prodotte da loro stessi“, fa sapere Meter.
In generale, le segnalazioni dell’associazione siracusana alla Polizia postale nel 2008 sono state 2.850, mentre negli ultimi cinque anni sono stati oltre 44mila i siti e i riferimenti pedofili segnalati a tutte la Polizie del mondo.
La pedofilia deve essere fermata, ogni persona deve sentirsi in dovere di lottare contro questa perversione, che distrugge la vita dei bambini, chi si macchia di tale orribile reato deve essere immediatamente denunciato, deve essere scoraggiato a commetterne ancora da una severità senza compromessi, pagando sulla propria pelle il dolore fisico e morale che ha inflitto alla giovane vittima per soddisfare la sua depravazione, solo così possiamo sperare che smetta di far del male, tutti i sistemi diversi, tolleranti, comprensivi, educativi, sono falliti, le carote sono finite, è il tempo del bastone.
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