Sarah e l’orco in famiglia
Sarah Scazzi: quando il lupo cattivo siede a tavola con la preda.
Ennesimo caso di violenza e omicidio consumato nell’ambiente familiare.
Sarah Scazzi, quindicenne di Avetrana (Taranto), scomparsa lo scorso 26 agosto in circostanze molto “strane”, ha restituito la sua storia di giovane vittima alla cronaca nera.
La speranza che fosse fuggita di casa e avesse seguito il classico colpo di testa che tanti adolescenti hanno, non aveva mai abbandonato la mamma, insieme al sospetto che fosse stata rapita, ma ancora viva.
Ma, man mano che i giorni passavano e le notizie non arrivavano, i sospetti degli inquirenti sulla sua fine, si avvicinavano sempre più alla tragica risposta.
Sarah, normalissima quindicenne pugliese, sparisce un pomeriggio d’estate, dopo aver detto alla mamma che sarebbe andata al mare con la cugina.
Da quel momento non si erano più avute notizie della minore, mentre su face book e sul web, un tam tam di voci sul suo desiderio di fuggire dal paesello, faceva da contorno agli eventuali motivi della sua sparizione.
Nel frattempo si scopre che Sarah aveva più di un account su facebook e si comincia a pensare che la sua vita da giovane donna fosse mescolata a torbide sfumature.
Si scava tra gli amici, si leggono le sue confessioni, i suoi messaggi. Mille ipotesi, tantissime possibili risposte. Tutto pur di non vagliare quella che poi invece si è rivelata la più terribile delle conclusioni: Sarah è stata uccisa.
La svolta quando lo zio (Michele Misseri – vedi foto sotto), ha avvisato le forze dell’ordine di aver casualmente trovato il telefonino della ragazza, nelle campagne poco distanti da Avetrana.
Già da subito, le sue spiegazioni erano apparse poco convincenti, tant’è che gli inquirenti hanno indirizzato le indagini proprio verso l’uomo. In seguito ad un’intercettazione ambientale, si danno poi forma ai sospetti.
Lo zio di Sarah poteva essere il suo aguzzino.
È a questo punto che viene prelevato dai carabinieri, condotto in caserma, e interrogato.
La sua confessione non ha tardato ad arrivare: “ho strangolato Sarah e poi l’ho violentata”.
Parole più terribili dalla bocca di una persona non possono mai essere pronunciate!
Questo il tragico risvolto della vita di una piccola donnina di paese che aveva tanti sogni.
IL PARENTE FAMELICO
Non è il primo caso in cui capita che la violenza nasca all’interno della propria famiglia e nella stessa si consumi. Sarah è solo l’ultima vittima in ordine cronologico.
In tutto il mondo, una buona percentuale di delitti verso l’infanzia si perpetrano all’interno delle mura domestiche, o nell’ambito della parentela più stretta.
Non siamo di certo nuovi alla lettura di queste notizie, poiché ovunque si sente parlare di madri o padri che uccidono i propri figli per rabbia, dispetto o quant’altro, oppure di omicidi di minori a sfondo sessuale.
Verrebbe spontanea la domanda: non ci si può fidare nemmeno in casa? E la doverosa risposta è: CI SI DEVE FIDARE…MA NON SI POSSONO CHIUDERE GLI OCCHI DI FRONTE ALL’EVIDENZA.
Sono infatti del parere che, chi si macchia di delitto, in particolare di delitti a sfondo sessuale verso minori, non impazzisca all’improvviso, ma già da tempo dimostri le proprie deviazioni mentali.
Non credo nella maniera più assoluta che pedofili e assassini, scatenino la propria bestialità a causa di raptus momentanei, ma son sicura che sia insita in loro una vera e propria turbe psichica.
Bombe ad orologeria: aspettano solo il momento in cui esplodere.
Tutte queste “belve immonde”, dimostrano nel tempo atteggiamenti equivoci, che la maggior parte delle volte vengono ignorati. Vuoi per paura, oppure per pudore, o per ignoranza, o anche per menefreghismo, ma i segnali ci sono eccome.
NON BISOGNA AVER PAURA DELLA PROPRIA FAMIGLIA
Si potrebbe creare una sorta di panico generalizzato, se si ignorano le modalità di azione di pedofili e potenziali assassini.
La la colpa è solo nostra: siamo abbastanza digiuni di notizie importanti e la maggior parte delle volte è più semplice ascoltare una voce condita di notizie stupide, piuttosto che posare i nostri occhi su articoli “forti” e scomodi ma assolutamente “salva vita”, come quelli che parlano di come difendersi da pedofili, molestatori e potenziali assassini.
Dalla notte dei tempi è chiara la dicitura “prevenire è meglio che curare”, ma la prevenzione non è un miracolo. La prevenzione è il nostro impegno!
L’ignoranza e il menefreghismo, insieme alla paura, continuano ad apparecchiare la tavola delle bestie.
Forse un giorno si capirà davvero che la colpa di tutto è solo della nostra indifferenza.
Forse un giorno si arriverà a pensare che Sarah, come tante altre piccole vittime, non è stata la preda di un solo carnefice, ma vittima di chi non ha voluto vedere o capire. Sarah è stata la vittima del “non voglio sentire, non voglio vedere, non voglio sapere”.
Addio piccola giovane donnina.
I tuo sogni si son spenti in un giorno d’estate. Continueremo noi a sognare per te. Continueremo a sognare e combattere perché non ci siano altre notizie come la tua, a riempire le pagine dei giornali.
articolo di Faby p.
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