STUPRATA A 10 ANNI, la testimonianza
Questa è la testimonianza di una mia amica, conosciuta tramite questo blog che visita regolarmente, lei mi ha contattato e dopo esserci conosciuti di persona mi ha raccontato la violenza subita a 10 anni, contornata da un’infanzia molto triste. Devo dire che non voleva farla questa testimonianza, che ho dovuto convincerla insistendo più volte, dicendogli quanto fosse importante che la gente sappia quello che prova una bambina di 10 anni dopo aver vissuto sulla propria pelle uno stupro. Lei vuole restare anonima, io devo rispettare il suo volere anche se credo che non abbia niente da vergognarsi, se qualcuno vuole dirgli qualcosa, lo può fare in questo blog, deciderà poi lei se manifestarsi o meno.
Avevo 10 anni, vivevo con mia madre, ero stata di nuovo assegnata a lei dopo esser cresciuta praticamente nella casa famiglia del comune di xxx, perché mia madre, tossicodipendente e spacciatrice entrava di continuo nel carcere, ma dopo una fase di disintossicazione presso una comunità, e una riabilitazione concordata dal giudice, mi restituiscono alla mia mamma. Lei stava bene, lavorava in una ditta di pulizie, non si drogava, tutto il suo tempo lo dedicava a me, è durato un anno, il migliore della mia vita. Poi di nuovo la droga e la prostituzione, c'era questo uomo grosso e cattivo che veniva a casa, si drogavano e poi facevano sesso, nonostante i miei 10 anni capivo benissimo che si stava prostituendo a quel brutto essere per avere la sua dose. Quel giorno si drogarono ripetutamente e facevano sesso e ridevano, io nella stanzetta di fianco sentivo e capivo tutto, ma poi mia madre smise di ridere, lui entrò nella mia cameretta e fece con me quello che faceva sempre con mamma, non voglio parlare dei particolari per quanto atroci, solo le mie grida e il silenzio di mia madre. Quando l'incubo finì, lui raccolse i vestiti, se li mise di fretta, e dopo aver tentato di rianimare mia madre, scappò via lasciando la porta aperta. Il mio pianto fece avvicinare una vecchietta che abitava di fianco a noi, era molto simpatica, la mamma mi lasciava a lei quando non poteva portarmi e la chiamavo nonnetta, appena entrata si rese conto di quello che era successo, chiamò la polizia e l'ambulanza, mi portarono in ospedale, mi visitarono mille volte, ci restai una ventina di giorni e poi mi riportarono alla casa famiglia, tutto come prima, tranne io che non sarei più stata quella di prima. Stavolta ci restai 5 anni senza mai uscire, continuamente sottoposta ad analisi psicofisiche, avevo seri disturbi di comunicazione, non parlavo mai, solo quando ero obbligata a farlo, litigavo tantissimo con gli altri bambini, a volte in modo molto violento, mia madre poteva venirmi a trovare una volta al mese, ma non riuscì a superare il senso di colpa nei miei confronti, si spengeva ogni volta di più, finché la droga non gli tolse anche quell'ultima briciola di vita, avevo 13 anni, mi dicevano che non poteva venire, ma avevo capito da subito che era morta. A 15 anni venni affidata ad una coppia x prova di adozione tramite un ente religioso x il sostegno ai minori. Andavo a scuola e stavo in casa con loro, ma un ragazzo mi avvicinò per tentare di rimorchiarmi, non lo fece in modo brusco ma io lo vedevo come una minaccia, in un attimo ho rivissuto il volto di quel brutto uomo attaccato al mio, l'ho spinsi e trovata una pietra in terra la tirai con forza contro di lui, colpendolo sulla fronte, la rabbia ormai si era impossessata di me. Il ragazzo venne medicato, restò semi cosciente un paio di giorni, neanche venni denunciata, ma tornai nella casa famiglia, poi spostata in un'altra città, di nuovo assegnata ad un ente religioso di suore. nel periodo vissuto in adozione ero riuscita a comunicare più facilmente, parlavo già un po', ma dopo il ritorno all'istituto smisi completamente di parlare, praticavo autolesionismo, di cui porterò x sempre le cicatrici, tentai 2 volte il suicidio ingerendo sonniferi, ero molto violenta, ho passato periodi imbottita di psicofarmaci x rendermi innocua, e puntualmente, la notte, arrivava l'incubo dello stupro subito, fino al convento delle suore. In quel posto è cominciata la mia rinascita, nella semplicità di tante suore intorno a me pronte ad offrirmi il loro amore, sono diventata maggiorenne che non prendevo più pasticche, ero una ragazza tranquilla, e un po' alla volta lasciavo alle mie spalle il passato. Non avevo mai avuto un ragazzo, e scoprivo il mio corpo la sera davanti allo specchio, continuai a vivere al convento e inevitabilmente arrivò la crisi mistica, mi chiesi se forse il Signore non volesse che diventavo suora, ma ci misi poco a capire che non avevo quella vocazione, con un po' di ritardo presi la maturità, e un buon lavoro come segretaria, dove ho conosciuto xxxx, era gentile, educato e con tenera timidezza mi invitò ad uscire con lui, quella sera, tutto di un fiato gli raccontai la mia vita, vidi i suoi occhi inumidirsi, mi prese la mano e in quel momento provai x la prima volta un senso d'amore, con tenerezza aspettò più di un anno prima che mi concedessi a lui, e con altrettanta tenerezza prese il mio amore, avevo 22 anni. Finalmente anche a me, era stato concesso di diventare donna. Dopo 3 anni divenne mio marito, e poi il padre dei miei 2 figli, la mia vita era diventata bella e felice, e continua ad esserlo, ma non potrò mai dimenticare la violenza subita da bambina, che riverso nei miei figli con la troppa apprensione, nel terrore che possano finire nella rete dell'orco che cambia faccia, costituzione fisica, età, ma è sempre lo stesso schifoso orco.
Per la cronaca, l'uomo che mi stuprò rimase in galera 7 giorni, al processo stabilirono che non era in grado di intendere a causa della droga, neanche l'accusa di spaccio venne confermata, dissero che era "uso personale", prese una condizionale di un anno, ho saputo x caso anni dopo che era stato arrestato per spaccio internazionale, e ancora dopo che era morto in un incidente, spero che il demonio lo bruci in eterno. Mia madre una delle ultime volte che mi venne a trovare mi chiese di perdonarla, e con tutto l'amore che lega una madre e una figlia, la perdono.
Oggi vive sempre col marito, continua a crescere i suoi figli, è felice e cerca di rendersi utile nella lotta contro la pedofilia, motivo per cui ci siamo conosciuti. A volte subisce ancora attacchi di panico, si sente legata in una stanza buia mentre l’orco apre la porta per entrare.
Per comunicare con lei basta lasciare un commento qui oppure scrivere una e-mail alla c.p. raffaeleepaola@gmail.com
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