PROFILO PSICOLOGICO DEL PEDOFILO
Il massimo organo di lotta alla pedofilia è la Polizia Postale, specializzata in reati informatici ha nel tempo approfondito il fenomeno dell'adescamento in rete, dove i pedofili minacciano maggiormente i bambini, l'ottimo lavoro di questo reparto di polizia comincia attraverso la formazione di un comparto sanitario, il Centro di Neurologia e Psicologia Medica, composto da medici e psicologi, che si occupa di prevenzione e repressione del crimine. Con lo sviluppo di Internet, questi ricercatori si sono occupati anche di pedofilia on line, studiando in particolare il modus operandi del pedofilo.
Attraverso il progetto OLDPEPSY si è potuto così tracciare, dei soggetti che hanno subito una denuncia, un profilo criminologico digitale, che registra i comportamenti in Internet ed un profilo criminologico più generale, che riporta le caratteristiche ricorrenti dei soggetti indagati.
A questo si è affiancato un programma di indagine clinica, per comprendere a fondo il fenomeno dal punto di vista scientifico. E’ stato anche possibile tracciare un profilo comportamentale dei minori, cioè il tipo di comportamento tenuto dai ragazzi che interagiscono su internet con i pedofili.
Il profilo psicologico del pedofilo viene effettuato nello studio dei comportamenti avuti con altri pedofili, nelle operazioni di scambio di materiale e di esperienze, nelle interazioni con un agente della Polizia Postale sotto copertura che si finge, a seconda delle circostanze, un bambino o un altro pedofilo. E’ stato così possibile stabilire gli orari di collegamento, le chat, l’hardware ed il software più utilizzati, il luogo dal quale il pedofilo si connette in rete.
Un profilo psicologico redatto da un criminologo, normalmente viene elaborato su una singola persona, un serial killer generalmente, e può essere abbastanza preciso, mentre quello su persone diverse che hanno in comune la pedofilia può essere solo approssimativo, similare nel comportamento dell'azione pedofila, ma comunque diverso nella vita sociale x determinare un risultato ben preciso, l'età del pedofilo, ad esempio, comprende una fascia larghissima, è più giovane rispetto a quella che si potrebbe immaginare, queste le relative percentuali: 10-20 anni: 3%; 21-30: 44%; 31-40: 27%; 41-50: 11%; 51-60: 14%, oltre i 60 anni: 1%). Naturalmente ci si riferisce ad un campione di pedofili che agiscono in Internet e dunque la giovane età potrebbe essere correlata a questo fattore.
La maggior parte possiede un livello di cultura medio, 65% diplomati, il 7% con licenza elementare, il 5% laureati, il restante tra licenza media inferiore e altro.
Sono pochissimi i pedofili che hanno precedenti penali specifici, il 5%, questo conferma la scarsa capacità giuridica dovuta a leggi inadeguate e indulgenti nei loro confronti, Il pedofilo on line è dunque una persona bene integrata socialmente ed estranea agli ambienti criminali.
Sono soprattutto celibi (67%), coniugati o conviventi (23%), poi vedovi, divorziati, separati, pochissimi sono i singles (1%), sono quasi tutti maschi, pedofilia femminile (4%).
Il pedofilo desidera raggiungere la soddisfazione sessuale e ritrovare la fiducia nelle proprie capacità sessuali attraverso il rapporto con i bambini. Non si sente ‘malato’, tanto che difficilmente si rivolge ad uno psicologo per essere curato. E’ invece perfettamente consapevole di effettuare azioni illegali e pertanto si muove con circospezione per mantenere segreti i suoi comportamenti. Conosce i gusti ed i desideri dei bambini ed è molto scaltro nel chiedere ai ragazzi informazioni sui loro hobbies, i gusti, gli interessi proponendogli anche oggetti o situazioni per lui particolarmente interessanti. Non si tratta dunque, come si vede, di non accettare le caramelle dagli sconosciuti: la cosa è molto più complessa.
Ricordando che tutto questo studio si basa esclusivamente sui sistemi comportamentali del cyberpedofilo, cioè quello che agisce e tenta adescamenti tramite internet, si specifica che, il luogo di connessione più utilizzato è la propria abitazione (93% dei casi), dal luogo di lavoro il 6%, da un Internet Cafè solo un pedofilo ogni cento. Le fasce orarie di connessione più utilizzate: 13-20: 34%, 20-24 32%, 8-13: 9%, 01-08: 23%.
Quanto ai bambini, quelli che sono considerati maggiormente a rischio sono quelli particolarmente curiosi, che hanno un buon rapporto con il proprio corpo (capaci dunque di inviare facilmente una foto) e che amano entrare in contatto con figure adulte.
Se un bambino infatti è piuttosto introverso, poco disponibile a parlare di sé, a condividere le proprie scoperte ed esperienze, in questo caso corre sicuramente meno rischi di entrare in contatto con un pedofilo on line.
I genitori devono mantenere sempre la massima attenzione alla navigazione dei loro figli, considerando che adolescenti di un’età compresa tra gli 8 ed i 13 anni, il 34% si è imbattuto sui siti pornografici ed il 18% ha almeno una volta incontrato un adulto on line, che ha proposto conversazioni su tematiche sessuali. Internet dunque, non basta mai ripeterlo, può essere uno strumento pericoloso per i bambini e la pericolosità maggiore sta nel fatto che il bambino non dovrebbe mai essere lasciato solo e libero di navigare su Internet.
Questo blog fornisce programmi adatti al controllo della navigazione, spiega come usarli, come istallarli, siamo sempre e comunque pronti ad aiutare e consigliare chi vuole proteggere e difendere i bambini, e accogliamo volentieri chi può darci aiuto e consigli x farlo al meglio.
fonte dei dati: polizia postale, Dott.ssa Giuliana Proietti, psicolinea
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