Condanna per possesso di file pedoporno nel proprio pc
Condannato per pedopornografia anche chi ha nell'hard disk del proprio computer file destinati al cestino e quindi cancellati, lo precisa la Corte di cassazione con la sentenza n. 639 del 13 gennaio.
La corte ha così respinto il ricorso di uno psicologo che era stato condannato a 3 anni di reclusione dalla Corte d'appello di Palermo e l'interdizione per 5 anni dai pubblici uffici per essersi procurato, attraverso l'accesso a internet, pagato con carte di credito, immagini di contenuto pedopornografico.
L'avvocato difensore sosteneva che la sola visione e il conseguente acquisto di immagini dal contenuto pornografico con la partecipazione di minori non possa considerarsi reato, ma dimenticava (volontariamente) che dal 1998, con l'articolo 4 della legge 269 non è più così.
Chi si procura materiale pedopornografico scaricato attraverso downloading da un sito internet a pagamento «offende la libertà sessuale e individuale dei minori coinvolti come il comportamento di chi lo produce», di conseguenza commette un reato anche solo visionando tali immagini, che restano comunque a sua disposizione nel tempo della visione e producono traccia nell'hard disc.
Ma torniamo allo psicologo, che è siciliano e questa è l'unica notizia che sappiamo, la legge sulla privacy, ci impedisce di sapere chi è, ma soprattutto, dove potrebbe tornare ad esercitare, questa legge tutela lui a discapito nostro, che potremmo affidargli nostro figlio come paziente, ignari del pericolo che stiamo correndo.
Nel pc del pedofilo siciliano è stato riscontrato un "elevato numero" delle immagini in questione, come riportato sul referto dei tecnici delle indagini, un "elevato numero" si può riferire a circa 100 o 1.000 oppure 10.000, ma questo non ci è concesso di saperlo.
Inoltre il materiale incriminato è stato volontariamente scaricato, risultano i pagamenti con la card, era cestinato nel computer, ma come tutti sappiamo, facilmente recuperabile.
La condanna a 3 anni di reclusione e l'interdizione per 5 anni dai pubblici uffici è dunque definita, la cassazione ha sentenziato e il condannato deve essere recluso x scontare la sua pena, con tre anni di galera, che saranno presto modificati in arresti domiciliari, poi dopo 5 anni (salvo ulteriori benefici di legge), potrà tornare ad esercitare la sua professione.
Una condanna ridicola se consideriamo la "reale gravità" del reato commesso, purtroppo il "cliente" non è ritenuto altrettanto colpevole di chi produce la pedopornografia, mentre invece questa non esisterebbe senza clienti che aumentano la richiesta.
Spesso chi acquista questi file non si rende conto o se ne frega di quali atroci sevizie subiscono i minori, molti preferiscono le foto perché si infastidiscono nel sentire i lamenti dei video e non si eccitano abbastanza (che schifo).
Come si può considerare meno colpevole chi compra da chi vende?
E' chiaro che senza domanda non ci possa essere offerta, è una legge di mercato, x cui chi produce e chi consuma è ugualmente colpevole, di un reato gravissimo, non si può dare una condanna a 3 anni, la stessa pena x un furtarello, qui si tratta di bambini torturati, segnati x sempre da questa esperienza allucinante.
Si deve colpire chi acquista questo materiale pedoporno, è l'unico modo x fermare questo schifo, praticamente è impossibile risalire a chi lo produce, ma togliendo i "clienti" inevitabilmente si blocca la produzione, x farlo bisogna incrementare la pena, considerare chi visiona come chi tortura materialmente, ci vuole una legge specifica, che non considera perdono, ne benefici.
Continuiamo a chiederci perché non sia ancora stata creata, intanto lo psicologo siciliano, protetto dalla riservatezza, si troverà ad esercitare la sua professione al termine dei 5 anni di interdizione, probabilmente avrà clienti minorenni, accompagnati da ignari genitori nelle grinfie del mostro.
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