Ma come si può credere che i racconti dei bambini siano solo fantasia? oppure che dei genitori, pur di accusare le loro maestre, per chissà quale motivo, possano mettere alla gogna i figli inventandosi tutto? ma le parole usate da queste creature, gli accadimenti da loro descritti, le abbiamo lette veramente? lo dico perchè si mette in dubbio la verità raccontata da queste anime pure, che solo avendole viste e subite sulla loro pelle possono far divenir parole che descrivono l’orrore, l’incubo, loro malgrado conosciuto, con intensa paura, indelebile, per tutta la vita presente nella memoria, che puntualmente aspetta il momento propizio x tornar su, dritto dallo stomaco, al cuore, alla gola, il ricordo di quando hanno violato la loro preziosa innocenza. Questo è successo, e non dovrebbe essere la gente come noi a cercar giustizia, la gente semplice, di semplici parole, che si strazia l’anima a leggere i racconti dei bambini di Rignano Flaminio. Agghiaccianti, pieni di crudeltà, perversione, le testimonianze degli agnellini tra un branco di lupi, alcuni non li avranno mai letti, altri li rileggono x mantenere viva la voglia di giustizia, anche se certe sentenze che escono dalle aule di tribunale ti fanno sentire così impotente, non si può smettere di chiedere giustizia. Ancora una volta nessuno paga, di nuovo non ci sono colpevoli, il tempo cancella i ricordi nella memoria della gente, ma in quella dei bimbi resterà sempre, irreversibile Seguono alcuni dei racconti, per leggerli tutti CLICCARE QUI nel blog di Roberta Lerici.
………………”I bambini di Rignano Flaminio descrivono gli adusi subiti”…………………
…………………………..fonte Roberta Lerici oknotizie.virgilio.it……………………………
Patrizia le facevano prendere in bocca una banana e volevano che la bambina la strofinasse sulla loro vagina, vi era anche una banana gonfiabile con la quale facevano giocare lei e le altre bambine; le avevano anche inserito in vagina un termometro per misurarle la febbre nel "gioco del dottore". Rappresentano che il figlio MB. sin dall'inizio dell'anno non era tranquillo a scuola, spesso vomitava quando veniva accompagnato all'entrata e rientrava a casa piangendo senza motivo. I genitori attribuivano tale malessere alla gelosia del minore verso il fratellino appena nato. La situazione andava però peggiorando col tempo: pianti prolungati ed improvvisi, comportamenti aggressivi verso entrambi i genitori, incubi notturni nel corso dei quali iniziava a tremare e a sbarrare gli occhi, gridava "no, no" e faceva fatica a svegliarsi, singhiozzava e piangeva, si dimenava e dava pugni. E' allora che la madre, avendo anche appreso degli altri bambini, cercava di parlargli, ma il figlio iniziava a dire al padre "papà, io non c'ero, ma Patrizia e Cristina hanno picchiato talmente tanto Z. con un'antenna che lui ha vomitato" e che, sempre a Z., avevano infilato un oggetto azzurro nel sederino; che Patrizia e Cristina avevano picchiato anche lui con un'antenna
"faceva i giochi della scuola con loro", "si mascherava da scoiattolo, mentre loro bambini si mascheravano da lupo", "i bambini vestiti da lupo dovevano inseguire lo scoiattolo e morderlo senza fargli male".Precisava che “Maurizio” era spogliato ed aveva un "pisello grosso". Apre le mani per indicare che erano tanti gli adulti a partecipare ai "giochi"- la maestra Patrizia, la bidella Cristina, la maestra Marisa, Giovanni (che descrive come persona anziana con capelli bianchi), Maurizio (che indica nella persona che sta al benzinaio) e bambini più grandi di lei che facevano "giochi brutti". Racconta che "i grandi" si tagliano con un coltello sulle braccia e il sangue che esce viene raccolto in un bicchiere e fatto bere ai bimbi, precisando che una volta l'aveva sputato perché era cattivo, ma "i grandi" l'avevano costretta a berlo. Descrive una casa grande dove si svolgevano questi giochi e due grandi cani…..
Racconta che durante i "giochi" Giovanni metteva "il pippo" nel sederino di C. e gli tappava la bocca con del nastro adesivo e metteva la musica ad alto volume, perché C. strillava tanto per il dolore.Chiede alla madre se quando era piccola il padre le avesse dato del latte dal "pippo", poiché sia Giovanni che Maurizio le "davano il latte dal pippo" e la picchiavano perché non le piaceva e lo sputava.
le testimonianze sono state prese dal blog di Roberta Lerici dove potete leggerle tutte
Read more...