CAMBOGIA: PARADISO DEI PEDOFILI
“Io non ho rubato, non ho ucciso, non ho rapito, ho solo pagato, solo questo ho fatto, nessun problema, nessuna violenza. Li ho pagati, regolarmente. Tre dollari a testa, quello più giovane con cui mi avete trovato, tre dollari e cinquanta. Non ho fatto niente di male, ho sempre pagato, senza lamentarmi del servizio, senza chiedere sconti”. Questa la dichiarazione di Alain Filippo Berruti, dopo aver ascoltato la sentenza che lo ha riconosciuto colpevole di corruzione e sfruttamento di bambini, troppo giovani per dare il proprio consenso a una relazione sessuale. Alain Filippo Berruti, di Milano, scovato in una camera d’albergo, a Phnom Penh, in Cambogia, insieme a 4 bambini di 5, 7, 9 e 10 anni, mentre praticava abusi sessuali violenti su di loro. Dalla dichiarazione rilasciata davanti al giudice si evince la totale convinzione del pedofilo milanese di non aver fatto niente di male, anche perché in Cambogia la prostituzione minorile è una condizione normale, questo orribile commercio avviene con la connivenza delle autorità, degli albergatori, dei gestori di night e dei tassisti. Il perché è presto detto: la prostituzione infantile è uno strumento d’introito di valuta straniera. I governanti sanno ma tacciono perché quel denaro serve comunque a ridurre il deficit della bilancia dei pagamenti, sono state addirittura create agenzie di viaggio specializzate, che sottopongono ai clienti particolari cataloghi in cui è possibile scegliere i bambini e le prestazioni e concordare il prezzo prima ancora di partire, spesso sono le famiglie stesse a vendere i propri figli in cambio di pochi dollari, spinte dalla disperazione, dalla fame, dalla povertà assoluta. TERRIFICANTE, non si può concepire una tale condizione di vita, non si può giustificare con la povertà la violenza perpetrata ai propri figli, distruggere la vita che hai crea to, perché credi che questo te ne dia il diritto, sacrificarne uno x salvaguardare gli altri, no, mi dispiace, saremo cresciuti con altri valori morali rispetto a loro, ma questa pratica è disumana, in qualsiasi condizione la si voglia guardare, E comunque il mercato sessuale minorile è un’industria da 12 miliardi di dollari annui e si configura come la terza attività illegale, per valore, dopo il traffico di droga e di armi, e garantisce soldi facili, tanti e subito e in contanti, nonché in dollari. Le conseguenze per questi schiavi del sesso, che già devono subire le privazioni imposte dalla vita di strada, sono disastrose: molti moriranno di Aids e di altre malattie, alcuni si suicideranno, tra i sopravvissuti molti resteranno nel giro della malavita riproducendo ciò che hanno subito sulla loro pelle, coloro che riusciranno a riscattarsi e cambiar vita resteranno comunque segnati. La maggior parte dei clienti provengono dall’Europa, dall’America, dal Giappone e dall’Australia; l’età media del turista si sta abbassando, andando dai venticinque anni in su, fino a qualche anno fa erano soprattutto professionisti, medici, architetti o insegnanti d’età compresa tra i 30 e i 40 anni. Persone con un reddito che permetteva di spostarsi comodamente negli angoli più poveri del pianeta, In riferimento al cliente Italiano si tratta per lo più di un uomo di età media, sposato con figli, benestante, con un’istruzione medio-superiore. orchi con le camice hawaiane in cerca di avventure che non possono essere raccontare nemmeno agli amici più intimi. Gente “rispettabile” con una posizione e una famiglia alle spalle, che al costo di due pacchetti di sigarette può disporre di un bambino per 15 minuti. Sono 80mila italiani che scelgono ogni anno il turismo sessuale per le proprie vacanze e se in passato eravamo “solamente” tra le prime 4 o 5 nazionalità che in alcuni paesi praticavano turismo sessuale oggi, secondo uno studio dell’Unicef, gli italiani sono i più presenti. E’ chiaro come il sole che gli artefici principali di questo lurido mercato di bambini sono proprio i pedofili che vanno in Cambogia a violentarli, ma le affermazioni sopra riportate dell’orco francese Alain Filippo Berruti, sono il credo di tutti loro, si convincono di non far niente di male, perché comprano le piccole vittime tranquillamente, contrattando il prezzo, come fosse un chilo di frutta al mercato rionale, e questo gli permette di sentirsi con la coscienza a posto, il sorriso costretto sui volti di bimbi a suon di botte, gli permette inoltre di credere che lo facciano ben volentieri, addirittura lo dicono che un bambino di 5 anni è felice di farsi stuprare, ecco l’identikit del nostro nemico, il colpevole principale, colui che non ha scuse, non ne cerca, semplicemente si convince che se paga regolarmente vuol dire che fa qualcosa di regolare, e chi se ne frega della vita distrutta di un bimbo che potrebbe avere l’età del figlio. Eppure è semplice, per fermare tutto questo massacro di bambini basterebbe fermare i pedofili all’aeroporto, basterebbe chiedergli perché vanno spesso in Cambogia, basterebbe schedarli, impedirgli di uscire dal paese, invece di invitarli ad andarci con l’agenzia di viaggi. Che schifo, che schifo, che schifo, non esiste prezzo x la felicità di un bambino. Perché esiste gente tanto schifosa? Cristo perché?
Secondo i dati dell’Unicef, sono più di un milione e mezzo i bambini e le bambine costretti ogni anno a entrare nei circuiti internazionali dello sfruttamento sessuale infantile, accrescendo una popolazione già numerosa di dieci milioni di minori che vivono asserviti a reti di prostituzione, tratta, turismo a fini sessuali e pornografia. Soprattutto in questi ultimi anni l’incremento esponenziale della pedo-pornografia in rete e dell’offerta di tour operator che lanciano sul mercato pacchetti vacanza tutto compreso ha fatto esplodere il problema massificandolo pericolosamente. Qualcosa si muove, ma sempre dalle solite persone, sempre tramite canali di poca risonanza, senza mai colpire duro, perché non hanno i mezzi x farlo, e continuano a sentire il dolore forte della spina nel cuore, quelle persone siamo noi
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dati raccolti da: Unicef, sos infanzia, la repubblica, il corriere della sera
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