PEDOFILIA IN RETE
La pedofilia in rete, il giudice minorile di Napoli Melita Cavallo, vice presidente dell'Associazione italiana dei giudici minorili, dalla sua lunga esperienza afferma che "La colpa è di Internet e della continua diffusione di giornali pornografici e di c assette hard. E' per colpa di Internet e della pornografia se nelle persone dalla sessualità deviata nascono certi stimoli, che poi portano a queste tragedie. L'aumento della pedofilia è dovuto anche a Internet. Tutti i fenomeni di perversione si rafforzano se i pervertiti possono incontrarsi e scambiarsi materiali, come succede nella Rete, dove chi ha i mezzi può comprarsi i bambini, e dove l'anonimato e l'unione fanno la forza. Nelle perquisizioni domiciliari dei pedofili troviamo sempre video cassette pornografiche con bambini. Nelle classi agiate chi vuole può comprarsi queste cassette o anche i bambini attraverso Internet. Chi vive in situazioni di degrado si arrangia come può. Ma sia i ricchi che i poveri rientrano nella stessa categoria di deviazione sessuale e di criminalità". ho avuto tanti casi di pedofili che si scambiavano cassette... Internet permette a questi pervertiti di collegarsi ad altri che hanno lo stesso vizio, permette di scambiarsi questo materiale pornografico, per loro è la pacchia...".
La dott.ssa Giuliana Proietti, psicologa di Ancona, afferma che “Non è Internet ad aver inventato la pedofilia, ma è attraverso questo mezzo che essa si è diffusa enormemente, creando l'allarmismo sociale che ben conosciamo e che è, in moltissimi casi, più che giustificato. Mettere insieme fantasie sessuali, desideri parafiliaci, indirizzi reali e virtuali per poter acquisire materiale pedopornografico, scambiarsi notizie in chat, osservare con una webcam le violenze che vengono perpetrate sui bambini, ha indubbiamente favorito il diffondersi e l'aggravarsi del fenomeno. La possibilità di conoscere e scambiare materiale con altri pedofili, il poter fruire liberamente di questo materiale finisce inoltre per renderlo 'normale', per mettere il soggetto pedofilo in condizione di giustificare le sue pulsioni. Un altro aspetto negativo è che Internet produce l'escalation dei comportamenti, alla ricerca di emozioni sempre più forti, magari costruendo sempre più sofisticate trappole per bambini, sotto la forma di innocenti siti internet, che si occupano di cartoni animati e di figurine. D'altro canto però, questi scambi in rete permettono agli investigatori di seguire on line i navigatori sospetti, infiltrarsi in chat pedofile, creare siti-trappola dove far cadere in massa un gruppo di cybernavigatori attratti sessualmente dai bambini. Internet insomma può essere un modo per sublimare il proprio interesse pedofilo, neutralizzando la possibilità che vi sia un vero e proprio passaggio all'atto”.
Lo stato contrasta la pedofilia in rete con le seguenti leggi del luglio 1998:
Pornografia - Chiunque usi minori per esibizioni porno o produrre materiale a luci rosse, sarà punito con la reclusione da 6 mesi a 12 anni e con una multa da 50 a 500 milioni. Lo stesso dicasi per chi commercia in questo materiale.
Internet - Chi, anche per via telematica, distribuisce, divulga o pubblicizza il materiale porno (nonché informazioni finalizzate all'adescamento o allo sfruttamento sessuale di minori) rischia da uno a 5 anni di carcere e una multa da 5 a 100 milioni.
Materiale porno - Anche chi regala ("cede") materiale porno di questo tipo è punibile: reclusione fino a tre anni o multa da 3 a 10 milioni. Come pure è vietato comprare o detenere alcunché abbia a che fare con lo sfruttamento sessuale dei minori (giornali, cassette...).
Pene previste - Reclusione fino a tre anni o multa non inferiore a3 milioni.
Ad oggi queste leggi sono state messe in pratica pochissime volte, sempre col minimo di pena previsto, nonostante le condanne previste già di per se siano lievi, praticamente frodando il fisco si rischia di più che abusare di un bambino e trafficare materiale pedopornografico. Nessun pedofilo al dunque paga con una pena esemplare, questo purtroppo gli permette di continuare tranquillamente a commettere il reato. Lo stato trascura l’elemento base x sconfiggere la pedofilia, mettere leggi severissime, che escludano a prescindere i vari benefici di legge a causa della gravità di tale reato, ci vuole la “mano pesante”, ma invece tutto continua ad essere come sempre, basterebbe che venissero controllati continuamente gli IP dei recidivi, basterebbe che chi commette reato di diffusione di materiale pedopornografico venisse controllato severamente, invece chi viene smascherato continua sempre a fare scambio illecito in rete, continua ad essere protetto dalla privacy che gli garantisce l’anonimato. La pedofilia in rete aumenta sempre, questo è un dato di fatto che rileva il fallimento di queste leggi troppo deboli e tolleranti, è chiaro che non si prende in considerazione la gravità del problema, altrimenti vorremmo sapere perché non si pratica la “tolleranza zero”, la “mano pesante” o come altro si voglia chiamare l’attuazione di leggi severe che garantiscano la pena certa. Quando si sentono notizie di tentati linciaggi davanti ai commissariati, di richieste di pena capitale, di voglia di torturare i pedofili, invece di gridare allo scandalo, lo stato dovrebbe capire che tali atteggiamenti sono la conseguenza di queste leggi leggere, della consapevolezza che il pervertito di turno la passerà liscia, come tutti quelli prima e dopo di lui.
Nessuno vuole tornare al medioevo, tutti deprechiamo la tortura, come anche la giustizia sommaria, ma tutti noi vogliamo che si faccia giustizia, vera, severa, efficace, perché chi commette violenza sui bambini non merita pietà, non merita di essere considerato un uomo e perdere i diritti che spettano ad ogni essere umano, per quanto è disumano il reato che ha commesso.
Pedofilo ricercato, clicca sulla foto x vedere il video GUARDALO BENE, POTRESTI ESSERE TU AD AVERLO VISTO
0 commenti:
Posta un commento